Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un numero che spaventa e appare nelle ultime righe di una dichiarazione. Un numero che senza dubbio preoccupa tantissimo anche chi ha dovuto spiegarlo. Perché negli ultimi due anni si è sempre contraddistinto per diplomazia istituzionale. Se Pier Ezhaya su Affari&Finanza spiega che “stimiamo già per la fine del 2022 la chiusura del 30% delle aziende attive”, allora vuol dire che la situazione è più grave di quanto visto in questi mesi.
L’avvio di primavera delle vendite ha subito una frenata (ma non per tutti) dopo l’aggressione all’Ucraina. Questo potrebbe in parte colpire quelle aziende che cercano di uscire da 2 anni complessi.
Servono nuovi interventi
Nell’inserto di Repubblica, Ezhaya è stato trasparente come non mai. Sul lato della numerica ha avanzato un’ipotesi di risultato finale 2022 “a un meno 30-40% rispetto al 2019. Sempre meglio del meno 81% del 2021”. Il presidente di Astoi ha nuovamente ricordato che è necessario un intervento governativo per deliberare “un nuovo scostamento di bilancio e il prolungamento degli ammortizzatori sociali”. Ma il Governo appare al momento concentrato su tante altre partite. E le imprese cercano appigli per non scivolare ancora.ù
Remo Vangelista