Il commento del direttore
Remo Vangelista
Che sia l’anno che consacra il ritorno dell’Italia fra le mete più amate dalla clientela straniera non è ormai più un mistero. Semmai, gli operatori attivi sul fronte incoming si stanno interrogando su quali siano le strade più profittevoli da percorrere per beneficiare appieno dell’‘effetto rebound’. Un effetto tanto atteso e oggi realtà, dopo la riapertura di mercati internazionali nevralgici come quello americano.
Il ritorno delle città d'arte
“Stiamo assistendo al tutto esaurito nelle città d’arte classiche – spiega il direttore generale di Carrani Tours, Chiara Gigliotti -. Adesso, e forse ancor più di prima, le maggiori richieste si concentrano su quelle destinazioni che uno straniero ritiene di non dover assolutamente perdere, come Firenze, Roma, Venezia. Anche chi non ha grandi disponibilità economiche, preferisce programmare oggi un viaggio che, se mutassero le condizioni internazionali, potrebbe non riuscire più a fare”.
Se nel post pandemia le mete più richieste non sono cambiate, quel che secondo Gigliotti è mutato profondamente è la situazione della forza lavoro. “Risentiamo di una mancanza di personale a tutti i livelli: dalle guide, agli addetti in hotel, fino a noleggiatori e accompagnatori. Dovendo vendere il pacchetto completo abbiamo difficoltà ad ottenere conferme in tempi brevi dai nostri fornitori, e questo disservizio finisce per ripercuotersi in un ritardo sulla conferma al cliente finale”.
Caro prezzi
Interviene invece sul tema del caro prezzi Marcello Benevento, coo di Ada Tour: “Difficile fare mark up favorevoli – spiega il manager – quando si registrano aumenti importanti praticamente su tutta la filiera dei servizi. Malgrado questo, abbiamo vissuto i primi due mesi del 2023 su ritmi quasi esaltanti per quantità di richieste, con un’interessante spinta sulla fascia più alta, quella a 4 e 5 stelle. In marzo tuttavia abbiamo registrato un rallentamento nelle conferme dovuto a una situazione di incertezza, dovuta anche alla difficoltà di ottenere quotazioni definitive ad esempio per i gruppi in autunno”. Benvenuto riconferma invece che “la domanda post Covid non è cambiata, con la ripresa di un turismo culturale, esperienziale, verde, in linea con quanto già proposto nel pre pandemia”.
I mercati di riferimento
Sul fronte dei mercati, Julian Zappalà, direttore tour operating di Dimsi, vede una ripresa globale: “La ripartenza è trasversale a tutti i mercati: Spagna, Francia, Germania e, sul lungo raggio, Stati Uniti, Australia, Canada, Israele. Buona ripartenza anche dal Sud America, con Brasile e Argentina in pole position. Da marzo a ottobre abbiamo ottenuto prenotazioni sia sul lato tour garantiti sia sui viaggi tailor made, sempre più richiesti. Interessante la risposta, specie dal Sudamerica alla nuova proposta introdotta già in periodo pre Covid, che porta alla ‘riscoperta delle origini’”.
Su misura a 5 stelle
Tailor made al centro anche in casa Chiriatti Tour, come sottolinea il dmc manager Filippo Pagliara: “Viaggi e Tour su misura per gruppi ed individuali sono attualmente il prodotto più richiesto. Riteniamo come t.o. di dover essere annoverati tra gli artigiani del turismo in Italia dato che ai numeri abbiamo sempre preferito la qualità e l’attenzione al cliente. Molta importanza stanno assumendo i nostri prodotti fly & drive attraverso i quali riusciamo a rispondere alle esigenze del mercato online, che sempre più ricerca prodotti di nicchia, qualitativamente alti e con una forte identità territoriale legata alle esperienze”.
Gruppi più piccoli ed esclusività sono due trend emergenti destinati a durare anche per Gino Acampora, ceo di Acampora Travel: “Si riscontra una tendenza a viaggiare di meno in gruppo, in modo particolare gruppi grandi e molto di più in gruppi piccoli o viaggi individuali. C’è anche una forte richiesta di ville in esclusiva, si chiede maggiore flessibilità in caso di cancellazioni e aumenta la richiesta di coperture assicurative in caso di cancellazioni o rientro anticipato, forse preoccupati da un ritorno della pandemia”.