Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il 2023 sarà un anno di piena ripresa della domanda turistica. Ma all’andamento superlativo delle prenotazioni, che tutta la filiera sta sperimentando, fanno però da contraltare le difficoltà senza precedenti che riguardano i rincari, il nodo trasporti e la mancanza di personale che affligge diverse mete. Fenomeni evidenti che rendono la gestione delle pratiche particolarmente complessa.
Emblematico il caso di Ferrovia Retica, impegnata a misurarsi ormai da mesi con una mole di prenotazioni ben superiore alla capacità offerta dal Trenino Rosso del Bernina: “Purtroppo - spiega il responsabile per l’Italia, Enrico Bernasconi - l’elevata domanda non riesce a essere completamente soddisfatta in quanto i treni a disposizione sono sempre i medesimi e non è possibile agganciare vetture supplementari, anche per ragioni legate alla tipologia di percorso, a tratti impervio, che viene seguito dai convogli”.
Il caso Giappone
Ma difficoltà si riscontrano anche su destinazioni estere oggi sulla cresta dell’onda e di fatto ancora impreparate a confrontarsi con una domanda tornata a correre. Il caso più eclatante è quello del Giappone, a lungo rimasto fuori dalle mappe turistiche e ora alle prese con problemi di overtourism. “La domanda - sottolinea Daniele Fornari, product manager del Mappamondo - è letteralmente esplosa, mentre la chiusura al turismo durata quasi tre anni ha portato la filiera a subire dei contraccolpi importanti: tante risorse sono state costrette a cambiare strada, mentre altre che avevano raggiunto l’età pensionabile non sono state sostituite in maniera adeguata”.
Una problematica diffusa su larga scala legata, secondo Giancarlo Brunamonti, direttore tour operating di Kuda, “alla scarsa capacità ricettiva di alcune mete che, unita a collegamenti aerei insufficienti e comunque molto cari, rende difficile far fronte alla crescente domanda della clientela. È il caso ad esempio del Marocco o del Giappone”. Ma il discorso, secondo Brunamonti, potrebbe essere ampliato anche ad altri Paesi che “non sono in grado di gestire la domanda e alzano i prezzi senza alzare la qualità”.
Tariffe alle stelle
Un fenomeno, quello dell’innalzamento dei prezzi, stigmatizzato anche da Loredana Arcangeli, direttore generale di Originaltour: “Meno voli e una carenza generale di personale hanno portato le tariffe alle stelle. A questo si aggiunge poi il grande traino delle trasmissioni tv stile Pechino Express su mete come Oman e Malesia che hanno creato una domanda superiore alle previsioni”.
Non va meglio per il settore aeroportuale, dove la carenza di personale e i ritardi nelle consegne degli aeromobili hanno costretto diverse compagnie a cancellare voli già programmati. In Europa Transavia ha, ad esempio, dovuto tagliare circa 300 voli tra aprile e giugno. Negli Usa, nelle scorse settimane, la Federal Aviation Administration ha invece chiesto ai vettori di tagliare il 10% dei loro slot di partenza e arrivo sugli aeroporti di New York per limitare le code e i ritardi legati all’ammanco dei controllori di volo. Un appello a cui i vettori hanno subito risposto moltiplicando i tagli preventivi agli operativi.