Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non c’è più l’alta stagione di una volta. Quella che faceva chiudere le prenotazioni con settimane d’anticipo. Oggi non è più così: si prenotano più che in passato i mesi di spalla e, salvo rare eccezioni, per le settimane di fine luglio e persino agosto, le destinazioni del Mare Italia non hanno ancora raggiunto il sold-out.
“La ressa in agenzia che eravamo abituati a vedere a luglio non c'è più - conferma il direttore network di Bluvacanze, Antimo Russo - e questo sta provocando una certa psicosi tra i dettaglianti che si chiedono: costa sta succedendo? Per agosto, ci sono ancora molte disponibilità e, se guardiamo solo all’altissima stagione, vediamo che facciamo viaggiare meno passeggeri rispetto al pre-pandemia”.
Verso il last minute
Trend analogo quello registrato dal Gruppo Gattinoni: “A parte pochissimi casi in alta stagione - sottolinea il direttore generale, Sergio Testi - c'è ancora molta disponibilità, per cui sicuramente la vendita sotto-data, purtroppo alimentata anche dal last minute, genererà ancora traffico. La ripartenza della destinazione Egitto - aggiunge - ha creato non pochi problemi a tutte le destinazioni del Mediterraneo, ma a influire anche i prezzi alti, che hanno spostato in avanti la domanda.
Via alle promozioni
Anche l’amministratore delegato di Welcome Travel Group, Adriano Apicella, segnala che le agenzie hanno ancora prodotto da vendere, ma quali sono le ripercussioni sul pricing? "Ci sono promozioni e incentivi per spingere le prenotazioni, ma non prezzi in picchiata. Gli albergatori - precisa Apicella - non stanno abbassando i prezzi e, probabilmente, non sono nemmeno intenzionati ad arrivare al 100% di occupazione anche per il tema della mancanza di forza lavoro”.
È comunque fiducioso che nelle prossime settimane si possa "saturare la capacità residua” l’amministratore delegato e managing director BHTM-Gastaldi Holidays, Luca Battifora. Che spiega così il raffreddamento della domanda sulle destinazioni tricolore: “La maggiore offerta su destinazioni estere e i rincari dei trasporti hanno creato incertezza o quanto meno un comportamento più attendista nel consumatore”.