Secret Atlas, il lusso
delle microcrociere
nel Nord del mondo

Il lusso, lo abbiamo detto e confermato più volte, è innanzitutto una personalizzazione sempre più spinta dell’esperienza di vacanza, che diventa così superesclusiva. A questo proposito c’è un operatore crocieristico che ha fatto di questo assunto un mantra, specializzandosi in microcrociere. Il suo nome è Secret Atlas e le sue imbarcazioni, che ospitano non più di 12 passeggeri, portano questi fortunati in Groenlandia, Norvegia, Svalbard e Antartide.

“Non siamo piccoli - ribadisce il fondatore dell’azienda Michele D’Agostino - siamo micro”. E racconta a TTG Media la genesi della sua idea, nata dopo un viaggio con un piccolo gruppo di persone a Scoresy Sound, il fiordo più profondo del mondo.

Massimo 12 passeggeri

La compagnia utilizza, allo stato attuale, due piccole imbarcazioni da spedizione, MV Freya e MV Vikingfjord, con una capacità di massimo 12 ospiti ciascuna, e ha previsto di acquisirne un’altra, di dimensioni simili.

Una scelta che non è casuale. D’Agostino e il suo socio, Msariano Curiel, sono infatti convinti che organizzare microgruppi sia l’unico modo per vivere davvero l’esperienza di avvicinarsi a queste destinazioni remote. “Ci dev’essere un’alternativa alle navi più grandi - spiega -; il settore ha iniziato con imbarcazioni da 50, 60 o 70 posti, ma ora il business sta diventando fuori controllo”. Un viaggio, quello garantito da Secret Atlas, che è l’esatto opposto delle crociere tradizionali, aggiunge D’Agostino, perché le dimensioni ridotte del gruppo consentono un’esperienza migliore e più tempo dedicato all’esplorazione.

Tra gli altri vantaggi, infatti, c’è quello del tempo risparmiato all’attracco, che significa più ore da dedicare all’esplorazione dei territori. Le navi più piccole consentono anche una maggiore flessibilità nel modo in cui gli ospiti vivono la destinazione, poiché l’agenda della giornata può essere facilmente modificata. “Il tempo è un lusso; da noi non c’è un programma prestabilito - afferma D’Agostino -. Su una nave più grande servono la cena alle 19, ma cosa succede se proprio in quel momento stiamo osservando la fauna selvatica e c’è un incontro straordinario? Noi possiamo semplicemente dire allo chef di ritardare il pasto, mentre non lo si può fare quando ci sono 100 pasti da servire”.

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