Il commento del direttore
Remo Vangelista
L'analisi dei Big Data serve a capire, e in qualche misura ad anticipare, i comportamenti di acquisto dei consumatori. Ma siamo sicuri che le grandi piattaforme online, così come le aziende più piccole, siano oggi in grado di trarre beneficio dall'enorme quantità di informazioni tutelando allo stesso tempo la privacy degli utenti?
E come sfruttare le opportunità della digitalizzazione evitando i rischi oggi dietro l'angolo quali la cessione inconsapevole dei dati o le violazioni nell'ambito della sicurezza?
La tutela della privacy
Temi attuali, anche alla luce di casi eclatanti come quello di Cambridge Analytica o dell'entrata in vigore del Gdpr, finiti al centro del convegno promosso ieri a Roma da Altroconsumo 'Data protection, un biennio rivoluzionario'. "Quando si acquista un bene - ha sottolineato Antonello Soro, presidente Autorità Garante per la protezione dei dati personali - si sottovaluta spesso che si offrono dei dati che, da tessere scomposte di un mosaico, possono essere ricomposte per definire un'identità più o meno cristallizzata. Ecco perché - ha aggiunto - la protezione del dato è oggi il presupposto perchè l'economia digitale possa avere uno sviluppo affidabile".
La previsione dei desideri
Tanto più ora che grazie all'analisi dei Big Data la sfida delle piattaforme online è quella di conoscere i desideri dei consumatori ancora prima che vengano formulati. Una strada percorsa, ad esempio, da Amazon che nel 2013 ha depositato un brevetto, 'Shipping then shopping', che, ha evidenziato Marco Scialdone, avvocato e docente dell'Università Europea di Roma, "grazie all'utilizzo di algoritmi, punta a invertire le fasi di acquisto: prima si invia la merce, poi la si riconsegna, con l'obiettivo di raggiungere una prevedibilità del 95%".
Come cambiano le dinamiche del mercato
Nuove dinamiche del mercato che ruotano attorno a tecniche di interpretazione dei dati sempre più raffinate, ma che, ha evidenziato Luisa Crisigiovanni, segretario generale Altroconsumo, dovrebbero essere sempre caratterizzate dal rispetto dei diritti dei consumatori.
"Oggi - ha sostenuto- la raccolta dei dati è sproporzionata rispetto ai profitti che le aziende ne ricavano. Per questo agli attori del mercato chiediamo di promuovere un ecosistema digitale più sostenibile e dove i benefici possano essere condivisi più equamente".