Celani, Aigab:
“Siamo a rischio
discriminazione”

“Introdurre il riconoscimento fisico solo per gli affitti brevi sarebbe discriminante”. Così Marco Celani, presidente Aigab - Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, commenta il documento del Viminale sull’identificazione delle persone ospitate nelle strutture ricettive. Una circolare che, obbligando i gestori a verificare de visu l’identità degli ospiti, mette di fatto al bando le key box e i sistemi di check-in da remoto.

Le tecnologie di riconoscimento degli ospiti

“Come Aigab - continua Celani - crediamo che i locker per le strade siano da eliminare e ben venga ogni controllo contro forme di abusivismo lesive di tutta la categoria. Riteniamo tuttavia che il Ministero degli Interni non sia a conoscenza del fatto che i software utilizzati da molti gestori professionali sono stati progettati su tecnologie di riconoscimento degli ospiti con tracciamento biometrico e codici OTP del tutto analoghe allo Spid, agli accessi agli autonoleggi e ai conti correnti bancari”.

La quasi totalità degli operatori professionali, aggiunge, affianca al riconoscimento fisico modalità di riconoscimento da remoto degli ospiti, mediante tecnologie assimilabili a quelle utilizzate da altri settori della sharing economy e dalla pubblica amministrazione nei suoi processi di digitalizzazione. “È del tutto evidente - sottolinea Celani - che non si possa escludere il solo settore degli affitti brevi dall’utilizzo di tali forme di riconoscimento senza che ciò risulti discriminatorio per proprietari e imprenditori che svolgono tale attività”.

“Chiediamo un confronto urgente”

Celani aggiunge poi come, dal punto di vista di Aigab, sia priva di fondamento l’argomentazione secondo cui chi accede tramite riconoscimento da remoto a un appartamento possa in un momento successivo consentire l’accesso anche a persone non riconosciute nella stessa modalità. “Il fatto - fa notare - potrebbe avvenire anche dopo il riconoscimento in presenza”.

Aigab chiede dunque un confronto urgente con le autorità competenti, “anche al fine di condividere le tecnologie adottate e descritte sopra con la finalità di dimostrarne la validità e andare semmai verso l’obbligo del riconoscimento in presenza per i soli soggetti non in possesso di tali tecnologie”.

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