Tempi duri per i manager delle compagnie aeree

Momenti difficili per chi pilota le compagnie aeree nel Vecchio Continente. La Commissione Europea ed i vari governi tengono sotto pressione i vertici di numerosi vettori. Dimenticati i momenti di collaborazione e condivisione degli anni passati ora le linee aeree devono ribattere colpo su colpo alle autorità che mal accettano troppe libertà.

Così l’amministratore delegato della portoghese Tap (in fase di vendita) Luis Rodrigues si è sentito rispondere a muso duro dal ministro delle Infrastrutture di Lisbona Miguel Pinto Luz di occuparsi solo della gestione della linea aerea. Lasciando stare la questione della privatizzazione, “senza entrare nel merito di una cosa che riguarda gli azionisti”.

Azionisti che a Francoforte scalpitano, perché questa vicenda dell’acquisto di Ita inizia ad andare troppo per le lunghe. E Carsten Sphor, ceo di Lufthansa, sta tentando in tutti i modi di chiudere l’acquisto di un pacchetto rilevante del vettore italiano, ma le sue convinzioni iniziano a traballare sotto le richieste della Commissione Europea. A Bruxelles non sono per nulla contenti delle concessioni (in termini di slot) fatte da Lh e non si risparmiano critiche.

Critiche che in qualche modo Michael O’Leary ha fatto svanire, dopo aver mostrato i risultati di esercizio con ricavi e ticket medio in crescita. Ma i suoi azionisti non si accontentano e per questo il capo di Ryanair ha messo le mani avanti, spiegando che la crescita delle tariffe medie subirà qualche frenata nei prossimi mesi. Tutti schiacciati da azionisti esigenti e autorità sempre più rigide. Come si diceva sopra, i tempi della grande unione in pandemia sono dimenticati. Ma le compagnie aeree non hanno ancora ripreso il percorso corretto tra mancanza di personale e problemi assortiti nelle consegna degli aerei.

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