Il commento del direttore
Remo Vangelista
Europa e Stati Uniti. È un doppio fronte di battaglia quello che si trova a sostenere Etihad.
Negli scorsi giorni dai vettori americani è arrivata l’esplicita richiesta all’amministrazione Obama di rivedere gli accordi di Open Sky con i player del Golfo, Etihad inclusa.
Contemporaneamente, sul fronte europeo, è da tempo che le major del Vecchio Continente guardano con elevata attenzione ai progetti di sviluppo dell’aerolinea che è ora proprietaria del 49 per cento delle quote di Alitalia. Ed Etihad ha incontrato il Commissario europeo ai trasporti, Violeta Bulc, per sottolineare i benefici che i propri investimenti stanno portando al mercato Ue e mettere in luce le conseguenze che un eventuale freno agli investimenti porterebbe all’intero comparto.
“Etihad Airways si impegna per l'Europa. Ma la crescente resistenza verso di noi da parte di una manciata di concorrenti protezionisti potrebbe avere conseguenze non volute ben oltre la sola limitazione del nostro sviluppo – dichiara il ceo Etihad, James Hogan (nella foto)-. Se la nostra crescita fosse ridotta o i nostri investimenti nelle compagnie aeree compromessi, il vero danno per l’Europa sarebbero la perdita di posti di lavoro, connettività, investimenti nelle economie locali e nazionali e scelta dei consumatori”.
Hogan ha inoltre rimarcato il ruolo della compagnia aerea nel vecchio Continente: “Etihad Airways non è solo un’altra compagnia straniera che vola in Europa per raccogliere traffico locale – sottolinea -. Noi siamo un partner sofisticato e un investitore in Europa per reciproci benefici di lungo termine, contribuendo con miliardi di euro ogni anno alle economie dei paesi della Ue ed extra-Ue”.