Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’unica certezza è che non ci sono certezze. O, almeno, non più di quelle riportate nelle tre righe di comunicato inviate ieri sera da Alitalia: sul tavolo dei commissari sono arrivati sette plichi e ora si procederà alla valutazione dei medesimi.
Da questo punto in poi, qualunque previsione diventa pressoché impossibile. Tra i pochi punti fermi, o perlomeno probabili, sembra esserci l’intenzione delle compagnie aeree in corsa (ovvero Lufthansa ed easyJet) di non sobbarcarsi l’intera compagnia e di voler ridimensionare l’azienda.
In corsa, oltre ai due vettori già citati, si fa anche il nome del fondo di private equity americano Cerberus. Che, come è facile intuire, dovrebbe avere obiettivi diversi rispetto a quelli di Lufthansa ed easyJet. Se le due compagnie, ragionevolmente, dovrebbero puntare inserire di slot, aerei e personale all’interno del proprio network, per i fondi di investimento lo scopo finale sarebbe quello di acquistare per guadagnare, creando plusvalenza.
Le intenzioni di Lufthansa e easyJet
Per quanto riguarda Lufthansa, le intenzioni sono state messe nero su bianco con una nota, dove il vettore ha parlato chiaramente di una ‘nuova Alitalia’, ovvero di una compagnia ricreata da zero. E anche easyJet ha messo le mani avanti, affermando in un comunicato, come riporta Il Sole 24 Ore, che “non vi è certezza in questo momento che ne seguirà alcuna transazione ed easyJet fornirà un ulteriore aggiornamento al momento giusto e se lo riterrà appropriato”.
Le ipotesi in campo
Secondo le indiscrezioni, comunque, nessuna delle offerte presentate comprenderebbe l’intera compagnia. Alcune punterebbero sul settore aviation, mentre altre sarebbero focalizzate sull’handling, come sottolinea La Stampa. Ma, come detto sin dall’inizio del processo di vendita, il Governo e i Commissari puntano a una vendita in blocco. A questo proposito, Il Corriere della Sera ipotizza un’ulteriore soluzione: l’ingresso nei giochi di Cassa Depositi e Prestiti o Invitalia per legare i destini dei due segmenti, anche nel caso in cui vengano assegnati a due differenti compratori.
L'iter per la vendita
Ora inizia la parte finale del processo di vendita. Che, comunque, non sarà breve: la chiusura dell’accordo è prevista per il 30 aprile, dopodiché serieranno dai 4 ai 6 mesi per il via libera dell’Antitrust europeo. Il passaggio di mano, dunque, è atteso per il prossimo settembre. Determinante, a questo proposito, la proroga del prestito ponte e l’aggiunta di 300 milioni appena approvate dal Governo, che garantiscono ossigeno alla compagnia (e dunque operatività) almeno fino a tutta la prossima estate.