Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non è solo un futuro economicamente solido quello del gruppo Ferrovie dello Stato, che punta a investire fino a 13 miliardi l'anno per i prossimi cinque anni. È anche un futuro che guarda all'innovazione e allo sviluppo del Paese tenendo in grande considerazione le potenzialità del turismo.
Alla presentazione del Piano industriale 2019/23 è emersa la volontà di "connettere le porte d'Italia: aeroporti, porti e stazioni" per usare le parole di Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale del gruppo.
Le città d'arte
Se uno degli obiettivi dei prossimi anni è portare la qualità dell'alta velocità alle tratte percorse ogni giorno dai pendolari, un discorso simile vale per le città: Roma, Firenze e Venezia non hanno bisogno di biglietti da visita per attirare turisti, la sfida è far arrivare i flussi anche altrove. In una parola: decentralizzare.
E per farlo si devono diminuire i tempi di percorrenza e migliorare i servizi. Reggio Calabria, per fare un esempio, dista da Roma gli stessi chilometri di Torino ma non ci si arriva certo in 4 ore e dieci minuti. E infatti un occhio di riguardo andrà al Sud affinché Matera non rimanga l'unico buon esempio dell'Italia meridionale.
Il ruolo nel turismo
I turisti, in futuro, aumenteranno: saranno 1,2 miliardi in più entro il 2030 e 240 milioni di questi vorranno visitare l'Europa. Ferrovie dello Stato sa che gioca un ruolo fondamentale nell'attirare questi flussi: i turisti devono poter comprare un biglietto integrato per visitare il nostro Paese ancor prima di metterci piede.