Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’intesa è fatta, o quasi. Ferrovie dello Stato, Delta Air Lines e Atlantia dovrebbero aver raggiunto un accordo preliminare sul piano industriale per Alitalia dopo averlo rivisto con le proposte di Atlantia, che attraverso AdR gestisce gli scali di Roma Fiumicino e Ciampino.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera e malgrado i tempi stretti necessari per finalizzare l’accordo – le casse di Alitalia non reggerebbe oltre dicembre senza ulteriore iniezione di liquidità – la notizia potrebbe essere presto ufficializzata, ma non prima dell’incontro dei tre amministratori delegati.
Incontro posticipato di qualche giorno
Intanto, è stato posticipato di qualche giorno l’incontro tra i vertici delle aziende che lavorano per formare il consorzio che dovrà rilevare Alitalia. E lo slittamento sposterebbe la data di consegna dell’offerta vincolante per Alitalia dal 15 settembre alla fine del mese. Secondo quanto indicato dal Corriere della Sera, l’accordo sarebbe già stato raggiunto sul fronte di network, flotta e destinazioni. Il nodo relativo alo sviluppo delle rotte di lungo raggio, le più profittevoli per le compagnie aeree, sarebbe stato risolto: Atlantia è convinta che Alitalia possa rilanciarsi soltanto se rafforza il suo posizionamento sul mercato americano. Il vettore è ufficialmente fuori dalla nuova joint venture transatlantica e nel nuovo assetto diventerebbe un’associata. Tuttavia Delta, nella veste sia di socio che di partner di Alitalia, dovrà dal 2020 discutere l’avvio di nuove rotte sul Nord America direttamente con gli americani e non più con i francesi di Air France.Dall’anno prossimo quindi la rete di Alitalia negli Usa potrebbe prevedere un’altra nuova destinazione e l’incremento delle frequenze giornaliere sulle tratte profittevoli come New York o Boston.
I nodi ancora da sciogliere
Delta ha confermato al Corriere l’investimento di 100 milioni di euro, pari al 10% delle quote, ma vorrebbe far inserire nell’accordo alcune clausole di salvaguardia nel caso servisse una ricapitalizzazione della compagnia. Gli americani avrebbero chiesto anche di scegliere un terzo del management della nuova Alitalia.
Il tempo stringe. Se la proposta vincolante dovesse arrivare al ministero dello Sviluppo economico oltre il 30 settembre, l’azienda potrebbe aver bisogno di un prestito ulteriore che si aggiunge ai 900 milioni di euro già concessi.