Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il nodo della questione è l’addizionale comunale, che “danneggia la competitività del trasporto aereo in Italia e rende il nostro Paese più caro e meno attrattivo come destinazione per il business e per il turismo”. A parlare così è Aicalf, l’Associazione italiana delle compagnie aeree low fares, che ha presentato un appello al Governo Draghi perché venga eliminata, o almeno ridotta, la tassa che i passeggeri versano nelle casse dei Comuni che ospitano gli scali.
"Seguiamo l'esempio degli altri"
Si scrive Aicalf, dice Repubblica, ma si legge Ryanair, che all’interno dell’associazione ha il peso maggiore, anche se ad Aicalf aderiscono anche Volotea, Vueling, easyJet e Blue Air. “Il governo italiano - continua la nota di Aicalf - dovrebbe seguire l'esempio di altri Paesi europei che hanno introdotto soluzioni per supportare la ripresa, e hanno prontamente eliminato o ridotto le tasse sui passeggeri a sostegno del proprio traffico regionale, creando così nuove opportunità di lavoro”.
Un nodo 'storico'
Il nodo dell’addizionale comunale è centrale già dal 2016. Già allora, infatti, il ceo di Ryanair Michael O’Leary aveva minacciato di abbandonare alcuni aeroporti italiani se l’imposta non fosse stata alleggerita. Sulla questione è poi tornato recentemente, nelle due conferenze stampa di Roma e Milano, associandola nella lista delle richieste alla sospensione delle tasse ambientali sui voli a corto raggio e al raddoppio dei movimenti giornalieri a Roma Ciampino.