Caos aeroporti in Sicilia dopo l’incendio a Catania: il racconto di TTG Italia

La chiusura per incendio dell'aeroporto di Catania sta causando numerose rispercussioni anche nel resto dell'isola. Ecco il racconto della nostra collega Gaia Guarino, arrivata ieri sera a Palermo e testimone delle difficoltà in cui gli scali si trovano a operare.

"Non si arrestano i disagi di cui in questi giorni è protagonista l’aeroporto di Palermo. A gravare sullo scalo del capoluogo siciliano non soltanto i disagi ‘ordinari’ dovuti al caos dell’alta stagione e i ritardi nei lavori di ammodernamento del terminal, ma anche la situazione critica a Fontanarossa. E se a Catania l’operatività è ancora fortemente limitata, al Falcone-Borsellino la situazione è al collasso. Sembrano profetiche le parole di Vito Riggio - a.d di Gesap - rilasciate soltanto ieri al Corriere.it: “Senza ulteriore personale, impossibile gestire 40mila persone al giorno”.

Sono da poco passate le 19 del 20 luglio, il volo Ita Airways AZ 1787 partito da Milano Linate atterra (in ritardo, causa traffico su Palermo) ed è così che inizia l’odissea dei passeggeri. Si rimane bloccati a bordo, il personale di cabina annuncia che si è in attesa dello staff responsabile di agganciare il finger necessario per lo sbarco. I passeggeri si spazientiscono ma presto la porta si apre, purtroppo la disavventura comincia una volta a terra. Attraversata l’area partenze, dove senza aria condizionata centinaia di passeggeri si accalcano (e accampano) nel limbo che li separa dall’agognato gate d’imbarco, è lo spazio deputato al ritiro bagagli la vera trincea.

Passano i minuti, si supera la mezz’ora, e delle valigie nessuna traccia. I viaggiatori si guardano intorno e si accorgono di essere circondati da bagagli accatastati apparentemente abbandonati e si interrogano sui propri. Le comunicazioni sono vaghe, nessuno pare saper dare risposta alle domande sempre più incalzanti della gente stanca e nervosa: c’è chi perde le staffe, chi si sente male, chi tenta di fare da mediatore. Atterrano nuovi voli, altri erano già a destinazione da ore e pochi sono i fortunati che sono riusciti a lasciare l’aeroporto con le proprie borse.

La confusione
Risposte non chiare, una sola costante che le accomuna tutte: “C’è troppa confusione, serve tempo per smaltire la mole di lavoro, non ce la facciamo”.

Salta la luce, blackout. Si fermano i nastri e oltre alle luci si spengono anche le speranze di recuperare le valigie.

Una ragazza ha un attacco di panico, piange. La tranquillizzano. I toni si animano e l’atmosfera diventa calda, anche per la mancanza di climatizzazione. Ormai il numero di passeggeri che attendono di rivedere i propri effetti personali non si conta più: a chi era giunto da Milano si unisce chi arriva da Londra, Olbia, Venezia. È una bolgia.

Trascorrono quasi due ore, e qualcuno grida con entusiasmo, seppur nella penombra delle lampade d’emergenza, si intraveda un nastro che riprende a girare con delle valigie. La ressa è inevitabile, ma la fine del tunnel è vicina. A rilento, non senza spintoni e polemiche, i primi favoriti dalla sorte escono vittoriosi. Possono finalmente lasciare l’aerostazione con il 'trofeo' e dare il via al proprio soggiorno in Sicilia. È evidente che serve trovare una soluzione e occorre farlo al più presto.

In una nota divulgata mercoledì da Gesap, il direttore generale Natale Chieppa aveva già annunciato che da venerdì a domenica non ci sarebbe stato spazio per alcun volo extra, scatenando così un braccio di ferro con il presidente della Regione Renato Schifani, che ha immediatamente stigmatizzato l’atteggiamento dei vertici Gesap.

Non resta dunque che scoprire come evolverà questa saga, di cui vittime incolpevoli non sono altro che gli utenti del trasporto aereo".

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