Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un blocco di tre sentenze dà ragione a Kiwi.com nella querelle che vede contrapposta la Ota a Ryanair.
La questione al centro dei pronunciamenti riguarda l’invio dei dati reali dei clienti alla low cost da parte dell’agenzia di viaggi online, piuttosto che di quelli virtuali.
"Le tre distinte sentenze di questa settimana rappresentano il riconoscimento del valore che diamo ai nostri clienti in qualità di intermediari; e non c’è alcun motivo per cui Ryanair dovrebbe impedire alle persone di poter usufruire della migliore esperienza possibile, attraverso la vasta gamma di opzioni e servizi da noi offerti – è il commento di Oliver Dlouhý, ceo di Kiwi.com -. Crediamo nella possibilità di ridurre le comprensibili preoccupazioni legate a un viaggio, occupandoci direttamente di pratiche amministrative come il processo di check-in online, affinché i nostri clienti evitino, ad esempio, le ripetute interazioni presso i molti punti di controllo, che rappresentano uno dei motivi per cui scelgono di prenotare tramite la nostra piattaforma".
Lo scorso 7 novembre, come riporta la nota dell’agenzia di viaggi online, dopo la decione del Tribunale di Brno (Repubblica Ceca), “grazie alla quale sono stati protetti i dati privati dei clienti di Kiwi.com e riconosciuto l’utilizzo di indirizzi e-mail virtuali standard del settore e dei dati della carta di credito, altre due sentenze confermano l’impegno di Kiwi.com nei confronti dei propri clienti”. Si tratta di due sentenze dell’Alta Corte di Olomuc, sempre in Repubblica Ceca, che “ha, in prima istanza, riconosciuto chiaramente il diritto dei clienti di affidarsi a un operatore intermediario che li assista durante il processo di check-in online e, in un secondo caso, ha sostenuto come Kiwi.com abbia provveduto a fornire questo servizio ai propri clienti con una ripartizione dei prezzi chiara e trasparente”.