Il commento del direttore
Remo Vangelista
Per l’impennata dei costi energetici il comparto ricettivo rischia di andare con le gambe all’aria. Da Nord a Sud si moltiplicano i timori per bollette fuori controllo che comprimono i margini, vanificano i sacrifici fatti negli ultimi due anni e ipotecano i risultati di una stagione estiva che pure si era aperta sotto i migliori auspici.
“I costi che le imprese del turismo stanno sostenendo in questi mesi di attività hanno azzerato i guadagni di tutta la stagione e stanno portando i bilanci in perdita” denuncia la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, chiedendo a tutte le forze politiche che “il tema dei costi energetici sia messo in cima all'agenda elettorale come problema da risolvere con urgenza nella nuova legislatura”.
Il peso delle bollette è tale che, sottolinea Lalli, ci sono strutture che hanno deciso di “chiudere in anticipo la stagione rimborsando i clienti che avevano già prenotato”, mentre per altre “la stagione invernale rischia addirittura di non partire”.
"Effetti devastanti sul comparto"
Un allarme condiviso dal presidente di Federalberghi Emilia-Romagna, Alessandro Giorgetti, che in un’intervista al Resto del Carlino parla di effetti “devastanti” sul comparto: “Rispetto al luglio di un anno fa gli aumenti sono stratosferici, mediamente del 300 per cento: questo significa che a fine stagione i conti andranno rifatti, con sicura erosione degli utili, e conseguente riduzione della capacità di distribuire profitti e soprattutto pianificare investimenti".
Una batosta che i tassi di occupazione “altissimi” di questa fase non sono sufficienti a compensare, rileva il presidente di Federalberghi Genova, Gianluca Faziola: “Da un lato i ricavi crescono, ma dal punto di vista dei costi - sottolinea in un’intervista a Genova24.it - stiamo soffrendo. Il prezzo dell’energia è raddoppiato rispetto a maggio ed è sette volte tanto rispetto all’estate scorsa, una follia”.
Che la ripresa dei flussi turistici non basterà a evitare il rallentamento della ripresa lo dimostra del resto una rilevazione condotta da Swg per Confesercenti su piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi: una su tre – il 32% – prevede di chiudere il secondo semestre con il fatturato in calo rispetto allo stesso periodo del 2021 e solo il 18%, invece, stima una crescita. A gettare ombre sui fatturati, soprattutto il boom dei costi energetici, in cima alle preoccupazioni per il 28% degli intervistati.