Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Lo spopolamento dei centri storici delle città italiane non dipende da noi, perché è iniziato molto prima del successo degli affitti brevi”. Marco Celani, presidente di Aigab - Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi non ci sta a fare da capro espiatorio nella questione, ormai sempre più aspramente dibattuta, della gentrificazione dei quartieri centrali delle città d’arte.
Un problema per il quale alcuni Comuni - primi fra tutti Milano e Bologna - incolpano il settore delle locazioni a uso turistico, insistendo sulla necessità di mettere un tetto agli affitti brevi, sulla scia di quanto ottenuto da Venezia - anche se in questo caso, grazie a una deroga, il provvedimento non è stato ancora messo in pratica -.
"Noi ripopoliamo i quartieri"
“Ed è proprio per Venezia - evidenzia Celani - che i dati Istat dimostrano esattamente come, a fronte di una decrescita demografica iniziata nel lontano 1969, si sia avuta un'inversione di tendenza proprio con il fenomeno dell’accoglienza estesa alle case”.
Ecco, dunque, ribaltati i termini della questione: mentre i sindaci parlano di spopolamento dei centri storici, Celani sostiene che, al contrario, proprio grazie ai viaggiatori temporanei e al turismo i quartieri possono rinascere a nuova vita.
“È ormai da una cinquantina d’anni che lo spopolamento di Venezia è iniziato - continua il presidente - e l’unico motivo per chi continua a risiedere in centro è lavorare nel turismo. I dati registrano che dal 2015 al 2020 sono aumentati i residenti, guarda caso quando crescevano gli affitti brevi. Poi con il Covid c’è stato un nuovo declino. Sono le attività produttive che attirano residenti – polemizza -, non le ordinanze comunali”.
L'effetto delle restrizioni
Secondo Celani, dunque, le restrizioni annunciate sugli affitti brevi non potranno che avere un effetto negativo per la città lagunare: “Diminuiranno il valore degli immobili a Venezia, gli investimenti, il numero di presenze e quindi dei residenti. È verso questo scenario che sta andando la città, è già scritto”.
A complicare la questione c’è anche la confusione che regna sulle varie figure professionali che intervengono in questa tipologia di turismo: un conto sono, infatti, i portali online che fatturano dall’estero Iva esente, un contro i property manager che gestiscono professionalmente gli alloggi dei privati nel pieno rispetto di tutti gli adempimenti che il sistema normativo e fiscale prevede.
Una giungla normativa
Su un dato, però, Aigab è d’accordo con le istituzioni: bisogna mettere mano al più presto alla giungla normativa che domina oggi nel settore, come ha fatto notare il ministro Santanchè in un recente tavolo di confronto con Aigab. “Noi siamo imprenditori – evidenzia Celani - e il nostro obiettivo è creare valore per i nostri clienti, siano essi proprietari o viaggiatori, i nostri dipendenti e i nostri azionisti. Lo Stato, che trattiene quasi la metà del Pil che produciamo, dovrebbe creare regole a livello nazionale, semplici, stabili nel tempo e che non cambino a distanza di pochi km”.
Se, dunque, l’intento del ministro Santanché è armonizzare le regole “come del resto abbiamo capito, siamo d’accordo con lei” sottolinea il presidente Aigab.
Norme comuni sì, dunque, ma senza applicare limitazioni indiscriminate: “Non crediamo che estendere restrizioni come quella di Venezia sia utile per il Paese – specifica il nostro interlocutore -. In ogni caso attendiamo le modalità attuative di ciò che è stato solo più o meno velatamente annunciato sicuri - conclude con una nota polemica - che si tratterà di una palese violazione della proprietà privata difesa dalla Costituzione”.