Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il volo è nel dna della famiglia: il padre fondò una piccola compagnia nel 1953 e la figlia Anna Helene è pilota nel vettore da lui guidato. L’intraprendenza e il coraggio probabilmente non gli sono mai mancati, visto il passato da Parà prima e da pilota della Royal Norwegian Air Force dopo. La disponibilità economica ha fatto il resto, trasformandolo in uno dei magnati più in vista del trasporto aereo.
Classe 1946, Bjorn Kjos è uno dei personaggi più in vista e più discussi del momento. La sua Norwegian, che ha fondato e di cui oggi è ceo, sta scalando la classifica con passi da gigante e da ieri occupa un posto di rilievo in più anche in Italia con la partenza dei primi voli low cost a lungo raggio da Fiumicino. Eppure il suo rivale più agguerrito, Michael O’Leary, giura che la sua fine è dietro l’angolo, dopo avere cercato inutilmente di fare affari con lui.
Il ritratto
Chi lo conosce da vicino lo descrive come una persona gioviale, amante della passeggiate in montagna così come delle uscite in barca: un po’ come l’altro tycoon del settore, Richard Branson, ma con la freddezza della Norvegia. Ma soprattutto è un grande visionario, che già dal 2012 inizia a raccontare la sua idea di voli long haul a cento euro. Una follia per tutti, ma non per lui che, dopo aver fondato la compagnia nel 1993 con tre Fokker 50, dieci anni dopo, messo alla porta dalla Sas, per conto di cui volava, rilancia con il leasing di 8 B737. È il 2002 e nel giro di due anni è già il secondo vettore della Norvegia (e lui uno degli avvocati più in vista del Paese, giusto per non farsi mancare nulla).
Oggi il suo sogno diventato realtà lo porta avanti contro tutto e tutti. E a chi gli chiede se a questo punto è pronto a fare entrare qualche investitore a supportare l’avventura risponde deciso: “No! Siamo andati avanti da soli dal 2002 e i nostri piani sono a lungo termine, 40-50 anni. Siamo in un’ottima posizione e per noi è facile competere con gli avversari. Non abbiamo bisogno di nulla”.