Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il panorama dell'hospitality saudita non smette di accendersi di novità. Protagonisti sono due ‘gioielli’ della destinazione, ossia AlUla e The Red Sea. “Per ottobre è prevista l’apertura sia del Khaybar Camp sia del The Chedi Hegra - racconta Lucrezia Martinengo, trade manager Italia Royal Commission for AlUla -. Inoltre, tra il 2025 e il 2030 arriveranno anche Azulik, Six Senses e Aman”.
Ma AlUla rivela anche un volto business grazie alle due strutture firmate Marriott e Hyatt, pensate per i viaggiatori d’affari, che verranno inaugurate nella New Town.
Parallelamente, sboccia la meta di lusso sostenibile The Red Sea. “La destinazione è già aperta e vendibile - sottolinea Francesca Battocchi, account manager per il mercato italiano -. Il Red Sea International Airport è attivo per i voli domestici ed è collegato a Riyadh con 4 voli, a Jeddah con 2 e, due volte a settimana, con Dubai”.
Guardando alle strutture ricettive già operative, il mercato italiano è attualmente il primo a livello europeo, segno di apprezzamento per un prodotto di fascia alta ed eco friendly. “Entro fine anno arriveranno anche 2 hotel gestiti direttamente da Red Sea Global - spiega Battocchi -. Si tratterà dello Shebara da 73 camere, realizzate come capsule di acciaio specchiato riciclato su Sheybarah Island, e di Desert Rock”. Infine, il 2025 vedrà il taglio del nastro di altri 11 hotel, tutti su Shura Island, con il Grand Hyatt da 430 camere a fare da capofila come resort di maggior capienza.