Il commento del direttore
Remo Vangelista
Tre commissari alle prese con il risanamento di un’azienda e la ricerca di un acquirente per risollevarne le sorti e rilanciare un brand forte. Sembra la storia di Alitalia, certo, ma in realtà stiamo parlando di Valtur.
Oltre sei anni fa la stessa sorte della compagnia toccò anche al tour operator, con un processo molto simile sotto molti punti di vista. Nella seconda puntata della storia di Valtur, oggi sotto i riflettori dopo le ultime vicende che lo stanno interessando, ripartiamo da quel 7 ottobre 2011 quando la notizia del buco da 300 milioni di euro fece il giro d’Italia.
Parte la legge Marzano
Nei giorni precedenti, in realtà, l’azienda capitanata dall’a.d. Maria Concetta Patti aveva già fatto domanda per l’ammissione alla cosiddetta legge Marzano che, nel giro di pochi giorni, porta alla nomina, il 18 ottobre, dei tre commissari straordinari Stefano Coen, Andrea Gemma e Daniele Discepolo. A loro il compito di attuare un severo piano di risanamento garantendo sempre, però, la piena operatività. E ovviamente mettere sul mercato una Valtur sempre appetibile come brand ma con una situazione complessa che ne rende più difficile la vendita.
Questo infatti verrà dimostrato dagli eventi che faranno seguito: il trio Coen-Gemma-Discepolo, infatti, contrariamente alle ipotesi iniziali, resterà alla guida per due lunghi anni. Il tutto mentre a livello operativo il lavoro viene affidato a Carlo Schiavon, richiamato in azienda dopo le dimissioni di ottobre, e Gabriele Rispoli, che non ha mai mollato l’incarico di direttore commerciale, diventando un po’ l’uomo simbolo degli anni più difficili.
Bando di gara tormentato
L’iter per il bando di gara si rivela più complesso del previsto e il via alle proposte non arriverà prima del mese di maggio del 2012, mentre sta per partire la stagione estiva che vede in campo una quindicina di strutture in catalogo. E parte anche il tam tam dei nomi dei possibili acquirenti: da Alpitour a Eden, da Wise&Hirsch al magnate indiano. E Luca Patanè, che fino all’ultimo si rivelerà il candidato numero uno.
A fine anno i commissari optano per un secondo bando in assenza di offerte vincolanti, mentre arriva anche un prestito ponte da 50 milioni di euro per dare ossigeno a Valtur. A inizio 2013 si arriva all’apertura delle buste e qui spunta il nome a sorpresa che insidierà Patanè, superandolo: Franjo Ljuljdjuraj (nella foto) e la sua Orovacanze. La vittoria dell’imprenditore montenegrino viene però ufficalizzata solo a fine giugno con la firma del decreto da parte del Mise.
Il nuovo capitolo
Si apre così la nuova era di Valtur, ufficialmente nelle mani di Ljuljdjuraj a fine ottobre con il versamento della seconda tranche. Nei mesi precedenti aveva parlato di piani ambiziosi per fare tornare il t.o. ai massimi livelli qualitativi e occupazionali, ma solo all’inizio del 2014 esce allo scoperto per lanciare la stagione estiva e annunciare al timone come direttore generale Domenico Pellegrino. Primi obiettivi riallacciare i rapporti con le agenzie, ormai scettiche nei confronti di Valtur e ampliare l’offerta con 5 villaggi in più ereditati da Orovacanze.
Pellegrino lascia
Il banco di prova vero però è quello del 2015, che si apre subito con la defezione di Pellegrino, in rotta verso Bluvacanze. L’anno trascorre tra un nuovo ampliamento dell’offerta, l’ambizione di sfondare sul lungo raggio e il lancio di una rete di agenzie chiamata Star Travel Network con contratto di affiliazione commerciale affidata a Giorgio Lotti. Tutte premesse interessanti per il 2016, che si annuncia come l’anno della consacrazione della Valtur targata Ljuljdjuraj. Ma è in arrivo un nuovo colpo di scena.
Arriva il nuovo investitore
Nel mondo della finanza c’è una persona che vuole investire anche nel turismo e in maniera pesante. Lotta fino all’ultimo con i colossi cinesi di Fosun per portarsi a casa il Club Med, sembra avere il sopravvento, ma poi deve cedere le armi sotto i colpi dei rilanci dall’Oriente. Guarda allora all’Italia e vede in Valtur un’ottima preda con un nome di grande valore. Ljuljdjuraj smentisce, dice di non avere nessuna intenzione di vendere. Ma il 28 aprile del 2016 si apre il quarto atto della storia di Valtur: la società passa alla Investindustrial di Andrea Bonomi.
- Fine della seconda puntata. Nella terza puntata di domani l’ultimo capitolo con l’era Bonomi -
Da Burgio a O’Leary, da Patanè al Med di Cefalù: ecco le altre ‘Storie' pubblicate da TTG Italia