Il commento del direttore
Remo Vangelista
Serrare le fila e fare quadrato, perché il futuro è, oggi più che mai, incerto. Sembra essere questo l’imperativo per le aziende del turismo in questa fine 2022 con uno sguardo sul 2023, perché l’ubriacatura estiva dei ricavi che hanno in alcuni casi superato i dati del 2019 sembra destinata a passare in fretta.
Si alza in questo senso la voce di uno dei maggiori player del settore, Gabriel Escarrer, amministratore delegato di Meliá e presidente di Exceltur: “Le aziende turistiche, in generale, avranno bisogno di molto più di un buon trimestre per riprendersi dal colpo subito dalla pandemia – dice su Preferente -. La situazione inflazionistica e, soprattutto, i costi energetici e l'incertezza a livello globale, stanno colpendo le aziende erodendone i margini nonostante l'aumento delle entrate".
Una voce forte, ma non l’unica.
Già nelle scorse settimane in Italia Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, aveva evidenziato che la stagione estiva positiva "non è stata sufficiente a far tornare in pareggio il bilancio del sistema turistico italiano. C’è bisogno di ulteriori interventi, da adottare con urgenza, per difendere la sopravvivenza delle imprese e dei posti di lavoro”.
L’inverno sembra non decollare. Adriano Apicella, amministratore delegato di Welcome Travel Group, non lo nasconde, ma aggiunge un ulteriore tassello che sembra, in qualche maniera, confermare i timori di Escarrer. “L’inverno è complicato dal caro prezzi e dalla mancanza di voli - spiega -. Va poi detto che chi tradizionalmente si concedeva due vacanze nel corso dell’anno, si concentra ora sulla pausa estiva”. E questo spiegherebbe l’andamento positivo del booking per il 2023, registrato già oggi.
D’altro canto, i forecast macroeconomici non lasciano molti dubbi. Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo ha confermato, nel corso di un convegno dedicato dalla banca al contributo del turismo alla ripresa economica post pandemia, che il 2023 sarà un anno di transizione.
“A cavallo della fine dell’anno si può ipotizzare che quasi tutti i Paesi europei saranno in recessione tecnica: il problema energetico, che provoca un consistente rialzo dell’inflazione, provocherà un calo anche nel comparto turistico per l’autunno e l’inverno. Ma le prenotazioni per il primo semestre del 2023 sembrano essere già vivaci”.