Incoming, troppi nodi irrisoltiI t.o. si interrogano sul 2024

Italia sì, Italia no… il momento è nevralgico per comprendere se il boom del 2022 e i risultati comunque positivi del 2023 sono destinati a diventare un trend consolidato o se, come segnala Luca Perfetto, ceo di Towns of Italy, le spinte del ‘revenge travel’ connesse al post Covid che hanno generato prenotazioni in maniera scomposta si sono esaurite.
Certo è che per gli operatori incoming che contano sull’Italia per attrarre visitatori stranieri la sfida è apertissima.

Le incognite
La prima incognita riguarda i turisti americani, un patrimonio fondamentale: “Sono quelli che nel 2023 hanno fatto la differenza – conferma il ceo di Acampora Travel Gino Acampora – sia per numeri che per capacità di spesa”. Un mercato che potrebbe contrarsi nel 2024, sia a causa delle elezioni politiche  - “statisticamente e storicamente nell’anno delle elezioni presidenziali gli statunitensi viaggiano meno all’estero” rileva Perfetto, sia a causa delle tensioni in Israele, “che allontanano questo mercato dall’Europa” aggiunge Acampora.

Allarme prezzi
Altro tema all’ordine del giorno, l’aumento incontrollato dei prezzi, come rileva Marcello Benevento, coo di Ada Tour: “Onestamente quest’anno ci aspettavamo di più, abbiamo lavorato molto con la clientela straniera aumentando notevolmente la percentuale, ma c’è stato un crollo delle vendite dal Nord Italia a causa delle tariffe elevate, che hanno spinto la clientela verso Grecia, Turchia, Giordania, Egitto”.

il servizio completo, con i pareri e i risultati di alcuni dei principali player dell'incoming, è disponibile su TTG Magazine del 27 novembre, online sulla digital edition.

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