Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Il Consiglio di Stato ha confermato che non ci sono prove che TripAdvisor abbia ingannato i consumatori”. Con una nota, il portale di recensioni commenta la sentenza degli scorsi giorni, segnalata anche da una nota di Federalberghi.
Il pronunciamento, prosegue il comunicato della piattaforma, “non solo non richiede a TripAdvisor di cambiare alcunché sul sito, ma l’unica azione richiesta è da parte dell’Antitrust che deve ora restituire l’80% della multa” imposta nel 2014.
Nella nota, TripAdvisor richiama anche l’attenzione sulla sentenza del Tribunale di Lecce dello scorso anno, che per la piattaforma “è un chiaro esempio del nostro forte impegno nel combattere le frodi: costituendosi parte civile, TripAdvisor è stato determinante nel procedimento contro un individuo che aveva tentato di scrivere false recensioni, inclusi la condivisione delle prove raccolte dal nostro team interno di investigazione frodi e il supporto legale fornito dai nostri consulenti italiani”.
La nota prosegue: “Inoltre, dal 2016 abbiamo intrapreso azioni contro più di 100 società di recensioni a pagamento in tutto il mondo per fermare le loro attività e adottiamo misure severe per penalizzare le strutture sorprese a utilizzare tali servizi per ingannare i consumatori”.
Sull’anonimato delle recensioni, TripAdvisor precisa: “Lo permettiamo sul sito perché riteniamo sia importante rispettare il diritto alla privacy dei nostri membri. Come nelle elezioni dove non è richiesto di scrivere il proprio nome sulla scheda di voto, crediamo che dare la possibilità alle persone di condividere in forma anonima le proprie opinioni fornisca un forum più idoneo a ricevere feedback onesti e senza il timore di ritorsioni”.