Il commento del direttore
Remo Vangelista
I voucher restano un tema caldo per le agenzie di viaggi. Dopo la proroga a 30 mesi decisa lo scorso febbraio, in autunno dovranno essere rimborsati anche quelli che finora non sono stati utilizzati. Un appuntamento che, nonostante l’incremento delle vendite e la riapertura dei viaggi extra Ue, continua a preoccupare la distribuzione.
Un problema per tutti
“Sono un problema per tutti - constata Giambattista Merigo, alla guida della Amerigo Viaggi di Brescia -, le prenotazioni estive non stanno portando guadagni tali da poterli gestire in sicurezza. Inoltre, quando tra poco questo nodo verrà al pettine, non ci sarà nemmeno un Governo. È probabile che saranno tante le agenzie a chiudere, forse più al Sud che al Nord, dove pur con le difficoltà di un lungo raggio ancora a rilento, alla fine un po’ di Mare Italia si è riusciti a venderlo”.
Il nodo viaggi di istruzione
Ancora più pesante, secondo Giuseppe Ciminnisi, titolare della Platani Travel di San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento, l’impatto sulle adv specializzate nei viaggi di istruzione: “Gli istituti si sono in genere orientati per la restituzione degli importi. Circa 60 milioni sono già stati rimborsati, ma ora ne restano in ballo ancora una trentina, che vorremmo fortemente fossero convertiti in viaggi. Il Miur ci ha detto però che non è nelle condizioni di imporre nulla agli istituti ed è quindi chiaro che questa nuova scadenza ci mette in serie difficoltà”.
Network in evidenza
Ritiene che a temere di più siano le agenzie “non indipendenti” Cesare Altobelli, direttore tecnico della Karimà Viaggi d Latina: “Nella mia agenzia siamo riusciti a smaltirli quasi tutti, ma immagino che chi vende soprattutto prodotto di network e fa volumi importanti sulle offerte abbia fatto più fatica a onorarli tutti. Una cosa però - aggiunge - è certa: se nel 2020 avessi dovuto restituire d’emblée tutti i soldi già allocati, avrei dovuto chiudere”.
Dal lato fornitori, sottolinea invece Laura Bolgia, titolare della Bolgia Viaggi di Trento, sono stati soprattutto i vettori gli interlocutori più ostici: “Nonostante le normative chiare, hanno cambiato le regole e imposto procedure macchinose. Ryanair ha fatto l’impossibile per non corrispondere i rimborsi, ma è stato difficile parlare anche con le compagnie che hanno chiuso le rappresentanze in Italia”