Il commento del direttore
Remo Vangelista
È uno degli strumenti più utilizzati da chi vola con una certa frequenza, ma in pochi sanno che dietro quel meccanismo delle miglia omaggio per i frequent flyer, da spendere per altri voli o acquistare da altre aziende partner, esiste un mercato multimiliardario dal valore reale ancora non esattamente stimato. Ma talmente ricco e dal potenziale altissimo tanto da essere oggetto delle attenzioni degli hacker e dei traffici del dark web.
Alcune cifre
Per mettere in campo qualche cifra e iniziare a dare un contorno al business basta guardare ai numeri generati da alcune compagnie, secondo quanto riportato dall’indagine di Affari e Finanza di Repubblica. Air Canada, per esempio, ne ha creato un mostro da due miliardi di dollari; stessa cifra per Tam, che con quel malloppo ha anche dato quasi il 25 per cento del totale in dividendi agli azionisti.
Proprio in questo aspetto risiede infatti uno dei segreti del business, che fa gola non solo alle compagnie, ma anche a finanziarie e banche: i margini sono altissimi perché gli unici costi sono tecnologici e legati unicamente alla gestione della piattaforma, dopo la sua creazione. Uno dei Paesi dove il business è più diffuso è gli Stati Uniti, dove si stima un giro d’affari da 120 miliardi di dollari annui.
Il caso United
Non è un caso che, ai tempi della United sull’orlo del fallimento, il prestito per sopravvivere arrivò da Jp Morgan, che chiese come garanzia proprio le future miglia. E le banche fanno a gara per fare parte del meccanismo, per un semplice motivo: le miglia sono stimolo all’utilizzo delle carte di credito.
Non manca chi pensa che il sistema possa sgonfiarsi da un momento all’altro. Uno scenario possibile considerata a natura un po’ virtuale del mercato. Che però al momento continua a crescere ed essere alimentato. E a generare margini e ossigeno alle compagnie.