Il commento del direttore
Remo Vangelista
Si aspetta per il 23 novembre il verdetto del Bureau International des Expositions sulla candidatura di Roma all’Esposizione Universale del 2030. Nella capitale è appena arrivata la squadra di ispettori composta da quattro delegati provenienti da Angola, Kazakistan, Perù e Svezia, accompagnati dal segretario generale Kerkentzes. Con il presidente del Comitato promotore, Gianpiero Massolo, e il direttore generale Giuseppe Scognamiglio, incontreranno le principali istituzioni italiane e controlleranno contenuti e fattibilità del dossier di candidatura, il cui titolo è ‘Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione’.
Il valore del progetto
Dossier che, come spiega Il Sole 24 Ore, stima in 50,6 miliardi di euro il valore complessivo dell’impatto economico di Expo Roma 2030, con 18,2 miliardi di effetto economico indiretto a breve e 10 miliardi di effetto economico diretto, tra investimenti pubblici e privati. Le presenze attese sono di 30 milioni e l’evento genererà 300mila posti di lavoro.
Il sito di Expo Roma 2030 è diviso in tre aree principali: la Città, il Boulevard e il Parco, in una sorta di graduale transizione da Ovest a Est, tra il mondo artificiale e il mondo naturale. A Ovest ci sarà la Città che funge da Expo Village, nel sito di Tor Vergata riqualificato intorno alle Vele di Calatrava (la grande incompiuta avviata per i Mondiali di nuoto 2009), che dopo l'evento diventerà un'estensione del campus dell'Università di Tor Vergata. Il Boulevard, l'asse pedonale centrale, sarà un percorso attraverso tutti i padiglioni nazionali. Infine, il Parco a Est ospiterà padiglioni tematici, tra cui 'Pale Blue Dot', dedicato alla diffusione della conoscenza del mondo naturale.