Turismo e occupazione: tante ancora le criticità

La ripresa del turismo è in atto, ma a causa di contratti a termine e  poca attrattività di un settore tuttora percepito come a rischio, il mercato del lavoro fatica a superare lo choc del Covid. A rivelarlo una ricerca dell’Università Roma Tre ‘La domanda di lavoro nel settore turismo - confronto pre e post pandemia’ presentata a Roma nel corso dell’evento di celebrazione dei 30 anni dell’Ente bilaterale turismo del Lazio.   

I dati
Nei primi sei mesi del 2022, evidenzia il report, il turismo ha registrato 1,4 milioni di contrattualizzazioni, il 56% in più rispetto al 2021, ma il 7,2% in meno rispetto al 2019. Gli oltre 960 mila lavoratori coinvolti sono stati contrattualizzati in media 1,64 volte. Rispetto al 2021 questi sono cresciuti del 37,2% e del 4,7% rispetto al 2019. Ma a prevalere sono i rapporti di lavoro a tempo determinato, che rappresentano il 71,7 per cento del totale. Dei nuovi contratti, il 52,9% ha avuto una durata superiore ai tre mesi, ma il 20% non ha superato i cinque giorni e il 9,4% il mese.   

Settore 'a rischio'
“Il Covid - ha sottolineato il presidente dell’Ebtl, Tommaso Tanzilli - ha fatto percepire il turismo come un settore a rischio in quanto colpito per primo dalle chiusure durante il lockdown. A questo si è aggiunto poi un altro problema: il ritardo nell’accedere alla cassa integrazione che ha fatto arrivare i sostegni al reddito dopo tre/quattro mesi”. Ma come invertire la tendenza? "Intanto bisogna spingere sulla destagionalizzazione per allungare la durata dei contratti e portare a un vero cambiamento culturale. Noi enti bilaterali, ma anche sindacati e politica dobbiamo ricordare ai giovani e alle famiglie che, come indicano le previsioni dell'Omt, è il turismo il settore economico che crescerà di più nei prossimi dieci anni”  

Il parere del ministro
Di risultati che “testimoniano la vivacità di un comparto che ha molto da offrire, soprattutto alle nuove generazioni” ha parlato il ministro del Turismo Daniela Santanchè. Che ha, però, aggiunto: “Certamente siamo ancora lontani dai livelli pre-pandemia e dobbiamo lavorare per migliorare questi dati rendendo ancora più appetibile il settore. Lavoreremo anche e soprattutto per rafforzare la formazione, che sarà strategica per il futuro”.

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