Il commento del direttore
Remo Vangelista
In un mercato in profonda trasformazione come quello dell’hospitality gli alberghi indipendenti si ritrovano stretti fra la necessità di rinnovare immagine, offerta e servizi da una parte e il pressing dei grandi gruppi, con i loro rigidi standard qualitativi, dall’altra. Una morsa da cui è difficile uscire indenni, specialmente se l’obiettivo è quello di mantenere la propria brand identity.
C’è però una realtà giovane e innovativa che, in Italia, ha avuto il coraggio di rompere con i modelli tradizionali per venire incontro alle necessità degli hotel indipendenti, accompagnandoli per mano nel loro difficile percorso di ‘rinascita’. Stiamo parlando di BZAR hotels, una visione flessibile e dinamica dell’hospitality che Filippo Ribacchi presidente e socio, ama definire “sinergia alberghiera”.
Il modello di co-gestione
“L’idea di BZAR - ci racconta - prende vita nel 2014, quando tre imprenditori trentenni - Alessia Melisi, Kaja Osinski e io - decidono di rivoluzionare il settore dell’hospitality italiana con l’obiettivo di creare una collezione di hotel indipendenti che combinasse autenticità, design innovativo e un profondo legame con il territorio”.
Collezione che è arrivata oggi a 42 hotel adottando un modello di business molto flessibile, che combina alberghi di proprietà ad altri in gestione totale, oppure ancora parziale. Ed è su quest’ultimo aspetto che insiste il presidente: “Parlo di ‘sinergia alberghiera’ proprio perché le strutture condividono risorse e competenze offerte dal gruppo, come strategie di marketing, formazione del personale e strumenti di revenue management, pur mantenendo una propria individualità”.
BZAR prende, dunque, in carico alberghi ‘stanchi’ rivalutandone, attraverso la co-gestione con i proprietari, il valore immobiliare: “In questi casi - sottolinea Ribacchi - il proprietario partecipa agli utili di gestione ed è egli stesso protagonista della valorizzazione della sua struttura. In un mercato dove il prezzo non è dato dal risultato economico, ma dal valore intrinseco dell’asset, una corretta gestione valorizza la struttura anche come proprietà immobiliare”.
Il legame con il territorio: la forza delle experience
Struttura che, al contrario di quanto avviene con l’ingresso nei grandi gruppi alberghieri, con BZAR ha l’opportunità di restare indipendente mantenendo le sue peculiarità ma usufruendo, al contempo, della forza di un brand: “Quando vagliamo nuovi progetti - spiega il presidente - non ci focalizziamo sulla categoria, che rischia di ghettizzare la struttura stessa, quanto piuttosto sul legame dell’hotel con il territorio, sul suo design, sul suo concetto di accoglienza, ma soprattutto sulle esperienze inedite che possono raccontare la destinazione”.
Ed è proprio l’esperienza la cifra stilistica di BZAR: “Su Roma, su cui abbiamo una trentina di strutture, offriamo ai nostri ospiti anche due o tre tour gratuiti al giorno, percorsi ad hoc creati su misura da nostre risorse interne per scoprire i lati più nascosti della capitale, le tipicità del territorio. Estenderemo questo modello, il prossimo anno, anche alle strutture siciliane”.
Per il 2025 BZAR, prevede un’ulteriore apertura a Roma, Palazzo delle Coppelle, e poi ancora Ca’ De la Fava a Venezia e Palazzo Buenos Aires a Milano.
Intanto il 2024 sta per chiudersi con un fatturato di 55 milioni di euro e un ebitda previsionale del 24%. “Per il 2025 - conclude Ribacchi - stimiamo una crescita di fatturato del gruppo del 18% e un ebitda del 24%, grazie agli investimenti immobiliari in corso e allo sviluppo di nuovi hotel”.