Il commento del direttore
Remo Vangelista
Sono oltre 7.100 e una su tre si affida al digitale per lo sviluppo del suo business. Sono le imprese che, in Italia, gestiscono un’attività balneare e che, negli ultimi dieci anni, sono aumentate del 25%.
Le cifre sono quelle dell’Osservatorio Settore Balneare 2023 di Spiagge.it, che segnala come lo sviluppo vada che va di pari passo con una sempre maggiore digitalizzazione. Se nel 2020 solo il 6% degli stabilimenti si affidava a software gestionali, oggi quasi un terzo delle imprese balneari censite (2.000) utilizza una soluzione digitale per la gestione della spiaggia, in aumento del 30% rispetto al 2022.
Un processo inarrestabile
Numeri che confermano come il settore stia attraversando un profondo processo di innovazione: tra il 2022 e il 2023 il canale digitale è infatti cresciuto del 65% e quest’anno il 21% degli stabilimenti ha registrato almeno una prenotazione online.
L’innovazione va di pari passo con l’arricchimento del volume di entrate. Secondo le stime di Spiagge.it, infatti, il valore delle prenotazioni online è passato dai 5 milioni di euro del 2020 a 30-35 milioni nel 2023.
Aumentano gli investimenti
“Nonostante il clima di incertezza dell’attuale situazione del settore - spiega Niccolò Para, co-founder di Spiagge.it - gli imprenditori del balneare continuano a investire in tecnologia. A spingere i gestori all’utilizzo di una soluzione digitale è la necessità di semplificazione e concentrazione in un unico strumento di tutti gli aspetti gestionali dell’impresa balneare, per risparmiare tempo e aumentare la produttività”.
Le regioni più digitalizzate
Il Friuli-Venezia Giulia è la regione più digitalizzata, con oltre 7 stabilimenti su 10 (73%) che adottano un software gestionale e consentono di prenotare e pagare i servizi balneari online. Seguono il Veneto (39%) e a breve distanza la Puglia (30%), mentre in Lazio (14%) e Calabria (10%) la percentuale, pur rimanendo a doppia cifra, si abbassa.
La regione più popolare tra i vacanzieri che prenotano online il posto in spiaggia è, invece, la Campania, con il 16% del volume totale delle postazioni prenotate, che stacca di qualche punto percentuale la Puglia (14%) e il Veneto (10%).
“La pandemia - continua Para - ha senza dubbio accelerato il processo di innovazione delle spiagge italiane, che ora non si può più arrestare e che, anzi, consentirà al settore di allinearsi ad altri rami dell’industria turistica che già da tempo investono nella trasformazione digitale. Lo dimostra l’ampliamento delle feature a disposizione dei vacanzieri, che vanno dalla prenotazione allo sharing dell’ombrellone, dall’acquisto in-app di assicurazioni contro il maltempo alla selezione di servizi accessori, dalla prenotazione del pedalò all’ordine di bibite e bevande al bar senza doversi allontanare dalla sdraio”.
L’osservatorio stima che, entro la fine del 2025, il 50% degli stabilimenti utilizzerà un software per la gestione della spiaggia e che il Gross Booking Value gestito direttamente online toccherà la quota di 100 milioni di euro.