Il commento del direttore
Remo Vangelista
È ancora emergenza ambientale a Mauritius, dove dal 25 luglio scorso si è arenata la nave cargo giapponese MV Wakashio, facendo fouorisuscire finora oltre mille tonnellate di carburante.
È corsa contro il tempo per cercare di limitare i danni al già fragile ecosistema della barriera corallina invaso dalla marea nera; secondo quanto riportato da repubblica.it, agli attivisti e volontari si è unita la popolazione locale, che sta cercando di assorbire il carburante galleggiante con barriere di paglia, nonostante il Governo abbia disposto di non intervenire e di lasciar fare alle autorità.
Le immagini aeree mostrano chilometri di costa rovinati dalla melma nera e il mare mosso rischia di aggravare ulteriormente la stuazione; la nave pare infatti sul punto di spaccarsi in due, come ha riferito anche il premier Pravind Kumar Jugnauth. Un dramma nel dramma, perché se lo scafo si rompesse non si potrebbe più impedire la fuoriuscita delle 2.500 tonnellate di carburante che sono ancora a bordo.
Le organizzazioni locali hanno lanciato una campagna di raccolta fondi attraverso un sito web chiedendo aiuto al resto del mondo sotto lo slogan "Mauritius Oil Spill Cleaning 2020 - MV Wakashio".