Il commento del direttore
Remo Vangelista
Dopo un anno di restrizioni e sacrifici un decreto legge fa tornare la famigerata zona rossa per 10 regioni italiane, cui si aggiunge la Provincia autonoma di Trento. Le misure più restrittive, che dureranno da oggi al 6 aprile, interessano Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento, che si aggiungono a Campania e Molise. Tutte le altre Regioni saranno arancioni per gli effetti del decreto, che annulla il giallo per tutta la sua durata, mentre la Sardegna resta in area bianca.
Uscire solo per lavoro o urgenza
Per quanto riguarda gli spostamenti, in zona rossa si può uscire di casa solo per lavoro (tra questi, come spiega Repubblica, rientra il dog sitting ma non la guida turistica) o urgenza, come buttare la spazzatura o fare la spesa. Le passeggiate sono consentite, ma solo vicino a casa.
In zona rossa, inoltre, non si può andare da parenti o amici con l’unica eccezione dei giorni 3, 4 e 5 aprile, durante i quali è concessa ovunque una sola visita ad amici e parenti all’interno della stessa regione e sempre in due al massimo.
In zona rossa le scuole sono tutte chiuse e i bar e ristoranti aperti solo per l’asporto, dalle 5 alle 22, come pasticcerie e gelaterie. Dalle 18 in poi la vendita è vietata ai locali senza cucina. Via libera, invece, alle consegne a domicilio. In hotel è consentita la consumazione solo ai soli clienti che hanno una stanza. Restano invece aperti i bar di ospedali e aeroporti e gli autogrill.
I negozi aperti
Per quanto riguarda i negozi, restano aperti in zona rossa solo supermercati, farmacie, tabaccai, benzinai, librerie, edicole, profumerie, negozi di intimo, elettronica, articoli sportivi, vestiti per bambini e giochi. Chi chiude può però consegnare a domicilio. Fermi pure barbieri, parrucchieri ed estetisti.
Infine è consentito alle famiglie di raggiungere la seconda casa, anche in un’altra regione, purché già di proprietà o affittata prima del 14 gennaio.