Il commento del direttore
Remo Vangelista
È partita nelle città italiane la rimozione delle key box, le scatolette contenenti le chiavi degli appartamenti per gli affitti turistici, con le quali i gestori permettevano ai clienti di gestire autonomamente arrivi e partenze dagli alloggi.
Una circolare del ministro degli Interni Piantedosi ha, infatti, stabilito che il check in anche negli alloggi vada fatto sempre in presenza, con un’identificazione da parte del proprietario o gestore nei confronti degli ospiti, definendo ‘superate’ le key box. Così, negli ultimi due giorni, una serie di comuni, da Roma a Torino, e poi Firenze, Genova e altri, hanno deciso di dare seguito alla circolare con delibere che prevedono la rimozione delle key box dai muri cittadini.
In questi giorni, la polizia municipale di una serie di comuni sta provvedendo fisicamente a smontare le key box dai muri, con il seguito di proteste da parte delle associazioni dei gestori.
“Anche se a Torino la maggior parte degli affitti è di privati che neppure hanno bisogno di key box perché gestiscono direttamente l'accoglienza, rinunciarci porterà un aggravio di costi”, spiega Valerio Nicastro, presidente Host Italia, associazione dei gestori di affitti brevi.
Gli fa eco Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia, che interviene invece sulla situazione di Roma: “La decisione di rimuovere le keybox con le cesoie, come sta succedendo a Roma in queste ore, è una mossa politica per farsi pubblicità: non risolverà nessuno dei problemi vissuti dai cittadini del centro” dice. E aggiunge: “Capirei il senso di togliere le keybox per ragioni estetiche – dice Fagnoni – ma non nel modo irruento, per non dire violento, con cui lo sta facendo il Comune di Roma e non certo per i motivi spiegati dall’amministrazione. Le keybox non servono soltanto per il self-check-in degli ospiti, come vogliono far credere. Ci sono molteplici utilizzi perfettamente legittimi: c’è chi le usa per gli addetti alle pulizie, chi per lasciare una chiave di emergenza nel caso l’ospite che ha già fatto il check-in di persona si chiuda fuori, e chi per evitare di far attendere l’ospite in strada qualora arrivi in un orario in cui il check-in non può essere gestito prontamente”.